
Vendere è molto più che una strategia, è una vera e propria forma d’arte. Potrebbe essere questa la prima e concisa risposta alla domanda: Cos’è il visual merchandising.
La “strategia di commercializzazione basata su stimoli sensoriali” potrebbe, poi, essere la definizione pragmatica di una pratica di marketing che è alla base del sistema di vendite di un brand, che sia in uno shop fisico oppure online.
In questo articolo, scopriremo:
Cos’è il Visual Merchandising?
Il significato di visual merchandising (letteralmente: visualizzazione della merce) è, dunque, l'insieme di operazioni che valorizzano il prodotto all'interno di un negozio allo scopo di venderlo, rendendo l’esperienza del consumatore il più piacevole e indimenticabile possibile.
Detto così, questo esercizio di marketing sembrerebbe avere più a che fare con la scienza che con la creatività.
Tutt’altro. Sebbene lo scopo ultimo del visual merchandising sia quello di vendere, il metodo attraverso cui arrivare a questo risultato richiede un certo mix di fantasia, preparazione e professionalità.

L’esperienza della vendita di un prodotto, infatti, deve passare attraverso un percorso complesso che coinvolge tutti e 5 i sensi del consumatore e che devono seguire un filo logico in linea con l’identità dell’azienda.
Il senso della vista: tutto deve essere visibile con uno sguardo.
Il senso dell’udito: la musica accompagna l’esperienza di acquisto.
Il senso dell’olfatto: l’utilizzo di fragranze aiuta a stimolare i ricordi.
Il senso del tatto: la merce deve essere "toccabile".
Il senso del gusto: (per il food) la possibilità dell'assaggio avvicina il prodotto al consumatore.

Coinvolgere tutti e cinque i sensi significa reinventare, di volta in volta, una serie di attività che tengano conto non solo della semplice disposizione dei prodotti sugli scaffali, ma anche della scelta dell’illuminazione, degli abbinamenti con i colori, della selezione musicale e degli odori che concorreranno alla creazione di vetrine o all’allestimento di spazi espositivi.
Tale schema mentale si applica a qualsiasi attività commerciale, dai negozi al dettaglio alle fiere e agli eventi, passando per ristoranti, bar e hotel.
Il Visual Merchandising è l’anello di congiunzione che tiene uniti il brand e i clienti attraverso un’esperienza che stimoli e interessi il consumatore e che, al tempo stesso, sia coerente con l’identità dell’azienda.
Fondamentale è, quindi, la profonda conoscenza del proprio target di riferimento in modo da personalizzare sempre di più i linguaggi comunicativi.
Quali sono i vantaggi del Visual Merchandising?
Aumento delle vendite: una presentazione attraente dei prodotti può influenzare le decisioni d’acquisto.
Fidelizzazione al brand: l’esperienza memorabile vissuta dal cliente lo spinge a tornare in futuro, migliorando, così, la reputazione del marchio.
Diversità dalla concorrenza: distinguersi dai competitor costituisce un vantaggio competitivo e aiuta a definire la propria unique selling proposition (USP), ovvero la caratteristica che ti distingue dagli altri e che ti rende riconoscibile fra tanti.
Crescenti margini di profitto: un cliente è disposto a pagare di più per un prodotto se la sua esperienza di acquisto è più piacevole.
Ciclo di vendita ridotto: un attento Visual Merchandising può facilitare alla decisione finale il cliente, spingendolo ad acquistare più in fretta.

Visual Merchandising, cosa fa chi se ne occupa?
Quindi il Visual Merchandiser è uno statistico o un creativo? La risposta corretta sarebbe l’uno e l’altro!
Chi si occupa di Visual Merchandising, infatti, è un professionista (consulente free lance o meno) che mette al servizio di un brand le sue competenze di marketing ma anche di creatività.

Un po’ esperto di teoria del colore, di gestione dell’illuminazione, un po’ marketer con conoscenze delle migliori tecniche di vendita e anche un po’ psicologo, che riesce ad interpretare i gusti, le preferenze e i comportamenti del pubblico.
Il visual merchandiser racchiude nella sua figura professionale più aspetti come la comunicazione visiva, l’estetica, il marketing, l’analisi delle vendite, la pianificazione di attività commerciali.
Chiamarlo “vetrinista” risulterebbe, a dir poco, riduttivo.

Nello specifico, il Visual Merchandiser può lavorare in store oppure in ufficio.
Se la figura richiesta opera in store, allora il professionista gestirà direttamente il prodotto all’interno del punto vendita, curandone l’immagine e le strategie commerciali in linea con il tone of voice dell’azienda.
Quando il visual merchandiser lavora, invece, in ufficio, sarà allora a diretto contatto con il reparto creativo e con la divisione marketing, definendo le linee guida del brand.

In molti casi, quando si tratta di piccole e medie imprese, il visual merchandiser racchiude entrambe le figure professionali: definendo sia le linee dell’azienda sia allestendo in maniera pratica gli ambienti.
Il visual merchandiser può:
ideare la scenografia della vetrina o semplicemente vestire i manichini;
analizzare le vendite di un negozio e cambiarne le tecniche espositive per incrementarne il sell out;
intervenire nell’allestimento di qualsiasi tipologia di attività commerciale (dai negozi di abbigliamento o mobili agli alimentari ecc);
intervenire a livello creativo e progettuale nell’allestire spazi museali, mostre artistiche, sfilate di moda.
Far rimanere il cliente il più possibile all’interno del punto vendita e fargli vivere un’esperienza d’acquisto coinvolgente e completa è l’obiettivo del Visual Merchandiser.

Le 5 regole d’oro
Per iniziare ad occuparsi di Visual Merchandising è bene tenere a mente cinque tecniche o buone pratiche che potrebbero aiutare nel lavoro quotidiano:
PIANIFICAZIONE
Con la pianta del negozio/ambiente da allestire alla mano, è utile stabilire su carta come verranno riempiti e organizzati gli spazi, tenendo conto degli arredi orizzontali (tavoli, banchi, espositori) e di quelli verticali (cartelli, manifesti, schermi alle pareti) per creare un percorso all’interno del punto vendita.
PENSARE COME UN DESIGNER
Estetica e funzionalità è il connubio che ciascun visual merchandiser deve tenere a mente, proprio come nel caso di un designer. L’allestimento di un prodotto non deve essere solo bello, ma anche orientato alla vendita.
Per fare questo, bisogna giocare con le forme, i colori, le linee, le dimensioni e la texture. Tutto questo si tradurrà poi nell’allestimento di vetrine, pareti, espositori, cartelli che dovranno rispettare non solo il gusto estetico, ma anche comunicare armonia e fruibilità.
RACCONTARE UNA STORIA
La vendita fine a se stessa non è altro che la risposta ad un bisogno. Se a questo, però, affianchiamo il racconto, i benefici sul lungo periodo saranno molteplici e più efficaci.
Raccontare una storia che sia legata al prodotto, farà vivere al cliente un’esperienza o un’emozione che porterà a compiere l’acquisto in un arco di tempo più breve e a ripeterlo nel tempo.
CREARE ABBINAMENTI PERFETTI
Fra le doti del visual merchandiser c’è la creatività. Non bisogna avere paura di azzardare accostamenti fra prodotti apparentemente diversi fra loro oppure mixare colori, creare abbinamenti inediti.

Questo farà sì che la comunicazione rimanga più impressa rivelandosi quindi maggiormente efficace.
TENERE SEMPRE IN CONSIDERAZIONE IL TARGET
Chi è il cliente ideale? Qual è la sua età media e il suo stile di vita? Che lavoro fa? Tutte queste domande aiutano a definire le buyer personas del brand, incarnandone i gusti e le esigenze.
Visual Merchandising, come nasce?
La figura professionale del vetrinista nasce nella seconda metà dell’Ottocento, con il successo dei grandi magazzini delle metropoli americane.
In questo contesto si cominciano a proporre le prime vetrine allestite con le prime tecniche di Visual display, basate sull’inserimento dei capi in contesti domestici o culturali.
LA CRONISTORIA:
1909: Frank Baum (lo stesso de “Il mago di Oz”) allestisce le vetrine dello store Gordon Selfridge di Londra.
Anni ‘30: rimandi al cinema e allo star system, si affinano le tecniche e si afferma la figura del visual Merchandiser come la conosciamo oggi.
Anni ‘60: Giorgio Armani, ancora studente di medicina, lavora come vetrinista alla Rinascente di Milano. Negli stessi anni a New York, Ralph Lauren segue gli allestimenti interni del negozio Brooks Brothers.
Anche gli artisti Salvador Dalì e Andy Warhol condividono un passato lavorativo per l’allestimento creativo di vetrine.

Che tu abbia un’attività commerciale con una vetrina da allestire o che abbia un corner all’interno di una fiera, Platinum Concept curerà l’allestimento e la realizzazione dello stand (dalla progettazione alla produzione).

La divisione stampa, con attrezzatura all’avanguardia e personale altamente specializzato, si occuperà delle creazioni di espositori e altro per il visual merchandising.
Richiedi un preventivo oppure contattaci.
Platinum Concept Italia
Strada Esterna Novoli - Arnesano, 42
73051 Novoli (LE)
TELEFONO
+39 0832 1832114
+39 347 8962555
コメント